Weekend a Fratta (18-20/01/2012)
In pieno inverno, ma prima della neve, ci siamo concessi una vacanza al caldo. Al caldo delle terme di Fratta.
Siamo i soliti: io, Vito,Emilio, Simona, Marcello e Flavia. Marcello e Flavia ci sono già stati e sanno come muoversi. In tuta, noi no, ma va bene lo stesso. Siamo i soliti alle solite con le indicazioni stradali e i navigatori a memoria e a intuito, che ci portano fuori strada, ma raddrizziamo il tiro e arriviamo a Bertinoro.
Fa un freddo… Troviamo la trattoria raccomandata dal collega di Vito e mangiamo egregiamente. Scendiamo da Bertinoro e arriviamo al paesino di Fratta, dove c’è un quattro stelle che risale al ventennio? Sì, può darsi. Bello, accogliente. Le camere sono spaziose, il bagno è okay +.
Dal piano si raggiungono comodamente il ristorante e il centro benessere.
Il percorso benessere inizia con il girotondo Kneipp: caldo – freddo. Uno, due, venti, trenta giri e poi fuori. Ci sono il bagno turco e il bagno romano e qua più di un tot non si riesce a stare. Le docce emozionali con la cromo e la aromaterapia sono divertenti. La sauna è seguita da un secchio di acqua gelata. C’è chi ha fegato di tirarselo addosso e chi no.
Prima di calarci nella prima piscina, un tripudio di getti violenti sul collo e di mille bolle contro i cuscinetti adiposi, è obbligatoria la sosta nella sala relax. Oppure la distensione continua all’esterno della stanza sulle comode poltrone che cadono all’indietro e sollevano le gambe o sulle chaise longue. La piscina magna, la seconda, è un luogo incantato, di quei posti da cui ti separi con dolore quando è ora di andarsene. L’ampia vetrata permette di guardare il bosco e la mattina seguente è congelato, mentre noi ce ne stiamo belli nell’acqua termale frizzante. E’ il mio compleanno e lo trascorriamo tutto al centro. E’ anche giornata di massaggi: pietre laviche, pulizia del viso, decontratturante, total body…
Il ristorante offre prelibatezze semplici e gustose, un invitante buffet, un ottimo servizio a tavola, colazioni stuzzicanti.
La sera dopo cena si apre la bisca e si gioca a scala quaranta.
Il terzo e ultimo giorno si riparte. Decidiamo di sostare a Cesena. Troviamo la nebbia, abbiamo appena lasciato un sole, un teporino!
A Cesena io e Vito visitiamo la biblioteca malatestiana e gli altri fanno shopping, ma siamo già tristi, perché a mollo nell’acqua frizzantina stavamo come i picci e coccolati dalle mani esperte dei massaggiatori ci sentivamo meno lombardoni del solito.
Alla prossima!